
Longevity e Resilienza: strumenti pratici di nutrizione, integrazione e gestione emotiva per promuovere un invecchiamento positivo, consapevole e preventivo
Negli ultimi anni, la resilienza, è uno dei pilastri per supportare una longevità in salute. L’ottimizzazione della resilienza individuale ha ricevuto crescente attenzione da parte della comunità scientifica ed è diventata ancora più importante dopo il Covid-19. Da questo punto in poi gran parte dei paesi di tutto il mondo stanno cercando di costruire la resilienza individuale, comunitaria e di sistema. Il cosiddetto “Healthy Aging” (invecchiamento di successo) è un concetto introdotto per la prima volta da Rowe e Kahn, che hanno enfatizzato come elementi chiave del processo: la prevenzione delle malattie, l’elevato funzionamento fisico e mentale e l’impegno nella vita attiva. In seguito sono stati introdotti anche altri fattori quali socialità, fattori psicologici e resilienza.
A livello mondiale vi è un aumento importante della popolazione anziana (classificata dall’OMS come over 65) e in Europa (fonte Eurostat) la percentuale di over 65 sul totale della popolazione sarà del 29,1% nel 2060. In Italia la percentuale sale al 34,3%, con un 16,1% di over 80. L’età costituisce un fattore di rischio per malattie croniche, cancro, fragilità, demenza e si associa a un calo significativo della resilienza. Diviene, quindi, importante adottare strategia per aumentare la durata della vita in salute. La maggior parte della letteratura scientifica dell’ultimo decennio ha riguardato la prevenzione delle malattie croniche, della fragilità e della demenza.
Il termine “resilienza” è definito come “la capacità di riprendersi dopo un evento traumatico o un’avversità”. In linea generale, le persone mostrano delle risposte variabili agli stressor nonostante vi siano uno stato clinico o un’età cronologica simili. Questo divario soggettivo nelle risposte individuali può essere dovuto a differenze a livello molecolare, cellulare e sistemico. Gli studi hanno dimostrato che gli adattamenti alle avversità sono influenzati anche da genere, etnia, differenze generazionali, variazioni culturali, tipo e intensità dello stressor.
Il declino fisiologico della resilienza con il processo d’invecchiamento può essere spiegato da una riduzione dell’omeostasi complessiva dell’organismo e dall’aumentata risposta allo stress. Inoltre, un singolo fattore di stress può avere molteplici effetti negativi, oppure ci possono essere più fattori di stress concomitanti.
La resilienza può essere definita come un costrutto dinamico con molteplici fattori di rischio e protettivi. I fattori protettivi includono avere uno scopo nella vita, una migliore salute percepita, ottimismo, controllo, connettività sociale, spiritualità, funzionamento indipendente, pratica di esercizio fisico, tipo di ambiente. I fattori di rischio includono difficoltà a gestire lo stress, depressione, limitazioni della mobilità, malattie fisiche come diabete e disturbi della personalità.
L’aumento della resilienza è stato associato a una salute mentale positiva, una migliore qualità della vita, una maggiore attività fisica, una migliore soglia del dolore, migliori risultati fisici e riabilitativi.
Bibliografia Yip W et al. 2021. Building community resilience beyond COVID-19: The Singapore way. Lancet Reg Health West Pac 7:100091. Majnarić LT et al. 2021. Low Psychological Resilience in Older Individuals: An Association with Increased Inflammation, Oxidative Stress and the Presence of Chronic Medical Conditions. Int J Mol Sci 22(16)10.3390/ijms221689710. Merchant RA et al. 2022. Resilience and successful aging. J Nutr Health Aging 26:652-656. Rowe JW, Kahn RL. 1997. Successful Aging. The Gerontologist 37:433–40. WHO: Ageing and Health 2021 (https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/ageing-and-health).